RITORNEREMO, PRIMA O DOPO!: marzo 2012

Chi e per lei Gesù Cristo?
Gesù Cristo è il Figlio di Dio.Come insegna la Chiesa cattolica, credo che sia venuto sulla terra per salvarci e prendere su di sé tutti i nostri peccati.
E' il nostro Salvatore.

Oggi qual è il suo rapporto con Dio?
Il mio rapporto con Dio è totale. Tutte le domeniche vado a Messa. Prego costantemente, tutti i giorni. La vita stessa dovrebbe essere una preghiera.La mia fede è tale che la mia vita ruota intorno al mio amore per Dio e per la Madonna.

Lei viene dall'Argentina, un Paese di grande tradizione cristiana L'Argentina, come tutta l'America Latina, è un Paese fortemente cristiano, ha radici cattoliche molto profonde e incancellabili.
Non si può capire l'Argentina, non si può neppure parlare di Argentina, senza considerare che è un Paese cattolico. La fede è l'essenza del popolo.Sono nato in un paesino piccolissimo, con appena duemila abitanti. Fin da piccolo ho avuto un rapporto bellissimo e permanente con la Chiesa attraverso il mio parroco che mi ha visto nascere, mi ha battezzato e mi ha preparato a ricevere i Sacramenti. Nel paesino ci conoscevamo tutti, noi ragazzini andavamo insieme a Messa la domenica e dopo a giocare. La mia vita è stata sempre orientata agli insegnamenti della Chiesa cattolica. E di questo non smetto mai di ringraziare Dio.

Oggi qual è il suo rapporto con Dio? La Chiesa cattolica è mia madre. Ho un rapporto ottimo con la Chiesa. Ho tanti amici preti che mi sono vicini. Sono cattolico e vivo, con la mia famiglia, nella mia Chiesa. Sento dire da qualcuno che crede in Dio ma non nella Chiesa. Ma è un'affermazione senza senso! Può anche capitare d'incontrare un sacerdote che, forse, non è all'altezza della sua missione. Ma io non vado in una parrocchia per stare bene con quel prete o per vedere se è bravo e simpatico. La missione del sacerdote è di avvicinarmi a Cristo e io vado in chiesa per essere sempre più vicino a Cristo.

Spesso molti giocatori si fanno il segno della croce prima di una partita o dopo aver realizzato un goal. Non è semplicemente un fatto di scaramanzia? E' vero. Una volta ho chiesto ad un mio compagno di squadra nella Nazionale argentina perché si facesse il segno della croce prima di giocare. Lui mi rispose che lo faceva solo per scaramanzia. E' un discorso che non accetto. La fede non va mai confusa con la scaramanzia. Prima di giocare prego il Signore perché ho fede in lui, non per chiedergli di farmi fare un gol.Prima di iniziare una partita rivolgo sempre al Signore la Preghiera del Lavoratore. La recito in spagnolo, gliela traduco: "Benedici, o Dio, il mio lavoro, fai che con il tuo aiuto possa compiere degnamente la tua volontà, e prendi tutto il mio sforzo e la mia gioia come dono per la salvezza mia e di tutti i miei cari". Ogni tanto qualcuno mi prende in giro per la mia fede. Ma non è un mio problema, piut-tosto è un problema di chi mi prende in giro. Cerco di fare una vita cristiana. Anche nel mondo del calcio, a cominciare dal rapporto con i miei compagni di squadra.Commetto errori, sono un povero essere umano. Vorrei però sempre fare le cose perbene, da cristiano.

Ha convertito i giocatori dell'Udinese?
Andavo a Messa il sabato sera, ero diventato amicissimo del prete della mia parrocchia. All'inizio andavo da solo, poi hanno cominciato ad accompagnarmi due o tre compagni e alla fine veniva a Messa quasi tutta la squadra. Ho saputo che molti di quelli che sono rimasti nell'Udinese continuano ad andare a Messa. Insomma, qualcosa di positivo a Udine l'ho fatto! Ho un bel ricordo di quelle amicizie, sono veramente bravi ragazzi.

Nel mondo del calcio si parla poco di fede.
I calciatori parlano poco di Dio, purtroppo. Invece una testimonianza cristiana che viene da una persona da cui non te l'aspetti è importantissima. Personalmente, cerco di parlare il più possibile della mia fede. Penso spesso ai giovani che vanno in curva per sostenere una squadra: bene, sono altri i valori che dovrebbero entusiasmarli. E' bello vedere gente che va in delirio per un gol, ma non mi stanco di ripetere che nella vita sono altre le cose che contano.Quello del calcio non è un ambiente facile: è uno sport che ti dà tutto, soldi e fama. Ho visto tanti calciatori perdere la testa o cadere nella disperazione quando finiscono la carriera. E' un ambiente in cui non è facile trovare valori cristiani, c'è molta invidia, poca sincerità. Il calcio non dev'essere solo cercare di avere tanti soldi e fare una bella vita. Può essere molto più nobile. E' facilissimo nel mio mondo perdere il senso della misura. Ci sono colleghi che amano farsi vedere in giro insieme con top model o rockstar mentre io nelle interviste parlo della Madonna. Capisco che non andrò mai di moda, ma ciascuno ha il proprio stile di vita. E il mio a me va benissimo.

Che importanza ha la preghiera nella sua vita?
La preghiera è fondamentale nella mia vita. Prego Dio ogni giorno, lo faccio sin da quando ero bambino. Me l'ha insegnato mia madre. Leggo quotidianamente la Bibbia e mi rendo conto di quanto siano ridicoli i "problemi" del calcio di fronte alla realtà vera degli uomini. Per me è importante pregare quotidianamente: se uno vuole, trova sempre il tempo da dedicare esclusivamente a Dio perché niente e nessuno è più importante di Lui.

Quale educazione intende dare ai suoi figli?
Educare un figlio oggi è molto difficile. Sicuramente la prima cosa che intendiamo fare, mia moglie e io, è trasmettere la nostra fede cristiana, il nostro amore per Dio, secondo quanto insegna la Chiesa cattolica. Spero che quando cresceranno ricorderanno le nostre parole e, spero, anche il nostro esempio. Comunque qualcosa gli rimarrà per forza perché, ad esempio, Nìcolas a tre anni già ha iniziato a pregare insieme con noi.